Trento, 1 settembre 2012
«NO ALLE LOGICHE DI SCAMBIO.
PRIMA SERVONO I PROGRAMMI»
Boato critico: «Dellai? Spieghi i progetti falliti»
Intervista a Marco Boato
da il Corriere del Trentino di sabato 1 settembre 2012
«Gli aspetti programmatici devono venire prima rispetto al giulivo proliferare di candidature estive»: così Marco Boato, ex parlamentare dei Verdi, sul dibattito politico che domina questi mesi riguardante la futura presidenza della Provincia.
A cosa è dovuta questa decisa presa di posizione?
«Alla “logica di scambio” su cui, a mio parere, si basano le ipotesi di candidatura: il sindaco di Trento Andreatta propone Alberto Pacher, di cui è stato vicesindaco; Miorandi lancia l’assessore Olivi, da cui a sua volta è stato sostenuto per la propria candidatura comunale e così via. Anche il recente intervento del vicesegretario nazionale del Pd Enrico Letta mi è sembrato rientrare in quest’ottica: noi vi assicuriamo che ci sarà un posto per Dellai a Roma, ma voi assicurate al Pd la presidenza del Trentino».
In che modo si dovrà scegliere, dunque, il prossimo candidato alla presidenza?
«La scelta del candidato del centrosinistra autonomista dovrà essere fatta con primarie di coalizione, ma solamente dopo aver definito un programma comune di partenza».
Cosa pensa del nuovo progetto politico a cui sta lavorando Dellai?
«Trovo assai discutibile il richiamo “degasperiano” con cui certa di nobilitare la costruzione della finora indefinita “Cosa Bianca”; come è del tutto infondato storicamente il richiamo alla “idea degasperiana delle macroregioni e di una Euregio come modello”, contenuta in termini di fantapolitica nell’intervista di Miorandi di ieri su questo giornale. Penso anche che Dellai, prima di varare un nuovo soggetto politico, dovrebbe rendere conto pubblicamente delle molte ipotesi o esperienze “bruciate” in questi anni. Dallo scioglimento della Margherita all’Upt, ma anche la fantomatica “Casa dei trentini”, il successivo “Partito dei trentini” fino all’Api di Rutelli, di cui è stato coordinatore nazionale per due anni, senza alcun riscontro politico. Ritengo del tutto legittimo, comunque, che cerchi di costruirsi in questi mesi il proprio futuro, che sarà sicuramente nel Parlamento italiano».
E il futuro dei Verdi, invece quale sarà? Entrerete a far parte della coalizione del centrosinistra?
«Stiamo lavorando da due anni per costruire un soggetto politico ecologista, civico e verde più ampio, in modo federato: è possibile che questo soggetto faccia parte del futuro centrosinistra autonomista, ma non è scontato in una logica di appartenenza a tutti i costi».
Come vede il Trentino del dopo-Dellai?
«Per la nostra regione si apre una nuova epoca: per uscire dalla crisi non si potrà ripristinare il vecchio modello di sviluppo. È necessario costruirne uno nuovo, che sia sostenibile socialmente, ecologicamente e anche istituzionalmente, in una cornice di inevitabile riduzione delle risorse finanziarie. Bisognerà puntare sulla ricerca, sul turismo sostenibile e sull’agricoltura biologica, sulle piccole e medie imprese dell’artigianato».
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